Lazio, quanto è difficile essere Luis Alberto

Appena 98 minuti complessivi in 3 partite. Solo 26 considerando esclusivamente il campionato. È questo il magro bottino che descrive alla perfezione l’attuale dimensione di Luis Alberto. Il Mago, di fatto, è diventato una delle ultime scelte a centrocampo nella nuova gestione Tudor. Nel 3-4-2-1 del tecnico croato, in linea teorica lo spagnolo potrebbe occupare sia il ruolo di interno che, soprattutto, di trequartista. Nonostante questo sta faticando parecchio a ritagliarsi il suo spazio.

Tudor, la scelta su Luis Alberto 

Era riuscito a mettersi in mostra nei primi giorni di insediamento del nuovo allenatore, che ne aveva messo in evidenza la disponibilità e lo spirito giusto. Poi, però, qualcosa deve essere andato storto, o semplicemente il croato ha ritenuto gli altri giocatori a disposizione più funzionali per il suo progetto, capaci di garantire più rapidità e cambio di passo, movimenti anche spalle alla porta. Quello che offre Kamada, ad esempio, che al contrario «ha le doti giuste, è un giocatore forte», come spiegato dal mister. E infatti ha messo insieme 188 minuti nelle stesse partite, di cui 170 nelle sfide in Serie A con Juventus e Roma. Già, il derby, probabilmente la partita in cui più delle altre Luis Alberto avrebbe voluto lasciare il segno. Nel corso del secondo tempo, mentre si scaldava, ha cercato più volte di far incrociare il suo sguardo con quello di Tudor, sperando di ottenere un cenno, un invito a togliersi la tuta per entrare in campo. Ha dovuto attendere fino al 70′, però, per riceverlo. A disposizione ha avuto solo i 20 minuti finali, non abbastanza per entrare in gara e inventarsi qualche magia.

Luis Alberto più lontano del progetto Lazio

Una situazione che difficilmente, dentro di sé, lo spagnolo starà vivendo serenamente. È un calciatore abituato a essere al centro della Lazio, l’uomo più talentuoso della squadra e capace di fare la differenza con le sue giocate, con i suoi assist, con i suoi gol. Quando il suo status viene messo in discussione, ne risente sia a livello tecnico che mentale. Un segnale, forse, analizzando i fatti con un po’ di malizia, si era già visto alla vigilia del debutto del nuovo allenatore sulla panchina della Lazio, quando Luis Alberto (dopo aver saputo della sua esclusione dalla formazione titolare) aveva saltato l’allenamento per un affaticamento. Un problema che comunque non gli aveva impedito di finire nella lista dei convocati il giorno successivo e addirittura entrare nei 6 minuti finali del match di campionato vinto contro la Juventus. Nella gara successiva (quella di Coppa Italia sempre con i bianconeri) era stato scelto per la prima volta (e al momento unica) tra i titolari, per poi tornare a sedersi in panchina nel derby. La sensazione è che stia scivolando gradualmente sempre più fuori dal progetto. Servirebbe una magia delle sue, un veloce adattamento alle nuove richieste di Tudor, per cambiare l’inerzia e non essere più considerato tra le ultime scelte. Una dimensione in cui uno come lui fatica a restare.


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